Innovare non è solo generare idee. E l’AI ci può aiutare a superare i limiti nel processo d’innovazione.

L’innovazione per sua natura richiede una combinazione di creatività, analisi e decisioni strategiche. Tuttavia, il pensiero umano è spesso influenzato da limiti e preconcetti, conosciuti come bias cognitivi, che possono ostacolare questo processo. L’uso dell’intelligenza artificiale (AI), in particolare dei modelli generativi come ChatGPT, ha il potere di rivoluzionare letteralmente il modo in cui affrontiamo queste sfide, accelerando il processo di ideazione e migliorando l’efficacia delle decisioni.

Abbiamo sfide sociali, ambientali ed economiche non più rimandabili. La vera questione non è 𝗰𝗼𝘀𝗮 innoviamo ma 𝗰𝗼𝗺𝗲 e soprattutto perchè lo facciamo.

Le imprese oggi hanno 𝗱𝘂𝗲 𝘀𝘁𝗿𝗮𝗼𝗿𝗱𝗶𝗻𝗮𝗿𝗶𝗲 𝗼𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝘂𝗻𝗶𝘁𝗮:

1) 𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗮 è 𝘧𝘢𝘤𝘪𝘭𝘦: 𝘀𝗳𝗿𝘂𝘁𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗲 𝘁𝗲𝗰𝗻𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗲 𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮𝗻𝘁𝗶 la transizione verso l’economia circolare rigenerativa. Intelligenza artificiale, nanotecnologia, ingegneria cellulare e molte altre innovazioni nei campi digitale, materiale e biologico stanno trasformando il nostro modo di produrre e consumare.

2) 𝗹𝗮 𝘀𝗲𝗰𝗼𝗻𝗱𝗮 è 𝘥𝘪𝘧𝘧𝘪𝘤𝘪𝘭𝘦: ricordare al mondo 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗲 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲́ 𝗲̀ 𝗶𝗺𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗳𝗮𝗿𝗹𝗼. Le tecnologie non devono solo essere considerate per ciò che fanno, ma per come vengono utilizzate e perché vengono integrate nelle nostre vite e nel nostro contesto sociale.

È arrivato il momento di 𝗿𝗶𝗱𝗲𝗳𝗶𝗻𝗶𝗿𝗲 𝗹’𝗲𝘀𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝘀𝘁𝗲𝘀𝘀𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝘂𝗺𝗮𝗻𝗼, ponendo l’accento non solo sul miglioramento tecnologico in sé, ma anche sull’impatto etico, sociale e personale che queste tecnologie possono avere.

Cerchiamo di capire come l’AI possa dare il meglio di sé per l’innovazione.

Chi progetta l’innovazione e risolve i problemi in modo strategico usa da decenni il cosiddetto modello Double Diamond, un framework sviluppato dal Design Council del Regno Unito nel 2005 per guidare il processo di innovazione. L’idea alla base di questo approccio strutturato all’innovazione che combina fasi di divergenza e convergenza, risale a concetti di problem solving sviluppati a partire dagli anni ’60. Il lavoro di design sistemico e approcci iterativi alla risoluzione dei problemi erano già in discussione in quegli anni. Il Double Diamond ha preso questi principi e li ha resi più accessibili, fornendo una visualizzazione chiara del processo di innovazione.

È suddiviso in quattro fasi: Discover (Scoprire), Define (Definire), Develop (Sviluppare) e Deliver (Realizzare). Il modello segue un approccio di divergenza e convergenza: nelle fasi di divergenza, i designer esplorano molteplici opzioni, mentre nelle fasi di convergenza, le idee vengono selezionate e perfezionate fino alla realizzazione di una soluzione. Il Double Diamond è stato adottato a livello globale per la sua semplicità e efficacia nel risolvere problemi complessi in maniera strutturata e creativa.

L’AI integrata con il modello Double Diamond, non solo affronta i limiti del pensiero umano, ma porta l’innovazione “al livello successivo”. Approfondiremo anche uno dei problemi più comuni che si verifica con l’uso dell’AI: il sovraccarico di scelta.

Possiamo collaborare con le macchine per innovare?

L’intelligenza artificiale non è qui per sostituire l’uomo, ma per lavorare in collaborazione con lui. Nella storia, ogni nuova tecnologia ha sempre creato nuove opportunità. Allo stesso modo, l’AI offre strumenti potenti per accelerare i processi creativi e di innovazione.

L’AI, come ChatGPT, può generare rapidamente idee, soluzioni e risposte basate su input specifici, permettendo agli umani di concentrarsi su decisioni strategiche e creative. Tuttavia, c’è un limite: l’AI può lavorare su ciò che è conosciuto, ma è l’essere umano che deve esplorare gli “sconosciuti sconosciuti”, cioè quelle aree dell’innovazione che nessun algoritmo può ancora prevedere.

Perché usare l’AI per l’ideazione?

Viviamo in un mondo sempre più VUCA (Volatile, Uncertain, Complex, Ambiguous), in cui la velocità è essenziale per mantenere la competitività. È qui che l’AI diventa un moltiplicatore di forza. Non solo permette a team di esperti di iterare più velocemente, ma aiuta anche chi è meno esperto a ottenere risultati migliori in minor tempo.

Con l’AI, possiamo esplorare molte più idee in tempi ridotti, permettendo una fase di divergenza più ampia, dove si generano molte opzioni. Questo consente di passare rapidamente alla fase di convergenza, dove le idee vengono valutate e selezionate.

Può l’AI essere creativa?

La risposta a questa domanda è sì e no. L’AI, in particolare i modelli di linguaggio come ChatGPT, può generare testi e idee sofisticate a partire dai “prompt” che gli utenti inseriscono. Tuttavia, è limitata dai dati su cui è stata addestrata. In altre parole, può aiutare con ciò che è noto o con le variazioni su ciò che esiste già, ma non può generare innovazioni completamente nuove.

L’AI è eccellente nell’affrontare ciò che è noto ma sconosciuto agli utenti (gli “unknown knowns”), mentre fa fatica con ciò che né l’utente né l’AI conoscono (gli “unknown unknowns”). È qui che la creatività e l’intuizione umana diventano cruciali. L’AI diventa quindi un partner di co-creazione, che supporta, ma non sostituisce, l’immaginazione umana.

I Bias cognitivi e il modello double diamond

Come dicevamo, il cosiddetto Double Diamond è molto utile per innovare e per questo ampiamente utilizzato dai progettisti di tutto il mondo. Ognuna delle quattro fasi: Discover (Scoprire), Define (Definire), Develop (Sviluppare) e Deliver (Realizzare) porta con sé i propri rischi, soprattutto in termini di bias cognitivi, che possono limitare la qualità delle decisioni prese dai team. L’AI può aiutare a mitigare questi bias, supportando una visione più obiettiva e fornendo alternative. Quindi non è tutto oro quello che luccica.

Ecco alcuni esempi di bias cognitivi che influenzano ciascuna fase del Double Diamond e come l’AI può intervenire:

         •       Discover (Scoprire). Il bias di conferma porta i team a cercare informazioni che confermano le loro convinzioni. ChatGPT può generare prospettive alternative e sfidare le ipotesi esistenti.

         •       Define (Definire). Il bias di ancoraggio fa sì che i team si fissino su una prima informazione ricevuta. L’AI può aiutare a esplorare soluzioni alternative, liberandosi dagli ancoraggi iniziali.

         •       Develop (Sviluppare). Il narrow framing limita le possibilità di esplorazione a causa di una visione ristretta. L’AI può allargare il campo e fornire nuove direzioni per l’ideazione.

         •       Deliver (Realizzare). Il bias di conferma può influenzare i designer a rimanere attaccati alle proprie idee. L’AI può offrire una sintesi dei feedback degli utenti, evidenziando la necessità di revisioni.

Il sovraccarico di scelta: un nuovo problema con l’ai

Sebbene l’AI possa aiutare a superare i bias cognitivi, introduce anche un nuovo problema: il sovraccarico di scelta. Grazie alla sua capacità di generare rapidamente molte idee, l’AI può creare una situazione in cui ci sono troppe opzioni da valutare, portando a una paralisi decisionale.

In realtà, non è il processo di generazione delle idee (la fase di divergenza) che crea problemi, ma la fase di convergenza, dove le decisioni devono essere prese. Qui entrano in gioco domande fondamentali:

         •       Come gestire il carico di idee?

         •       Come dare un senso a tutte le opzioni?

         •       Come filtrare e selezionare le idee migliori?

Fortunatamente, l’AI può essere utile anche in questa fase, aiutando a sintetizzare le informazioni e facilitando la decisione attraverso l’uso di framework già esistenti.

Conclusione: l’ai come partner nella creatività e innovazione.

In conclusione, l’intelligenza artificiale è un alleato potente nel processo di innovazione, soprattutto quando integrata con modelli consolidati come il Double Diamond. Tuttavia, come ogni strumento, ha i suoi limiti. Non può sostituire la creatività umana, ma può accelerare il processo di ideazione e mitigare gli effetti dei bias cognitivi, portando l’innovazione a nuovi livelli.

La sfida per il futuro sarà bilanciare l’uso dell’AI con l’intuito e la creatività umana, in modo da esplorare appieno sia ciò che conosciamo sia ciò che resta ancora da scoprire.

Questo articolo fornisce una panoramica su come l’AI, e in particolare modelli come ChatGPT, possa migliorare il processo di innovazione e superare i limiti del pensiero umano. L’innovazione non è più solo una questione di creatività umana, ma di come umani e AI possano lavorare insieme per creare soluzioni innovative e significative.



Si parla di questo nel seminario “IA, Creatività ed Empatia per Innovare”, curato da Lorenzo Sciadini, docente presso la European School of Economics e fondatore di CircularCamp.

Data e luogo19 settembre alle ore 17:30, presso il campus della European School of Economics di Roma, in Corso Vittorio Emanuele II, 154.

In questo seminario, Sciadini ci guiderà attraverso una riflessione profonda e pratica su due temi chiave legati all’Intelligenza Artificiale Generativa: l’importanza dell’empatia e l’utilizzo dell’AI nei processi creativi e di innovazione. I partecipanti avranno l’opportunità di apprendere come l’AI può supportare e potenziare l’ideazione, la progettazione e l’innovazione nei loro progetti, attraverso un approccio che combina teoria e applicazioni pratiche.

Perché l’empatia è cruciale per innovare?
L’innovazione dirompente richiede un cambio radicale di prospettiva. In un mondo che si confronta con sfide come la transizione digitale, l’economia circolare e la sostenibilità, è necessario ripensare il modo di generare valore. E il punto di partenza sono le persone. La profonda connessione con i loro problemi e necessità è la chiave per innovare con successo.

In questo contesto, l’intelligenza artificiale gioca un ruolo fondamentale, poiché ci aiuta a simulare empatia in contesti di transizione. Sciadini ci mostrerà come l’AI può essere utilizzata per comprendere meglio i bisogni umani e facilitare il cambiamento, rendendo il processo creativo ancora più efficace.

Lorenzo Sciadini, con la sua lunga esperienza nel campo della circolarità e innovazione, promette di offrire una sessione stimolante e ricca di spunti. I partecipanti non solo potranno comprendere le potenzialità dell’AI, ma anche “giocare seriamente” con l’empatia per metterla al servizio dell’innovazione.

Per registrarsi all’evento, è possibile contattare g.fina@uniese.it.

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