Libro empatia artificiale di Lorenzo Sciadini

Empatia aumentata. Intelligenza artificiale, senso e sostenibilità nei progetti del futuro

Negli ultimi anni abbiamo imparato a misurare quasi tutto: accessi, tempi di attesa, percorsi cliente, costi operativi, livelli di servizio. Eppure, più diventiamo abili con i numeri, più perdiamo di vista ciò che dovrebbe guidarli: le persone, le loro esperienze reali, gli attori spesso silenziosi che influenzano le nostre decisioni.

Il paradosso è sotto gli occhi di tutti.
Le banche ottimizzano i modelli distributivi per scoprire che i clienti sono sempre meno leali e di dipendenti sempre più sotto pressione. Gli ospedali introduce le nuove tecnologie senza preoccuparsi di alleggerisce la vita di dipendenti e pazienti. Le’ imprese raccolgono dati su dati senza mai arrivare a comprende perché il mercato sfugga continuamente.

Non mancano informazioni: manca una sensibilità capace di attraversare sistemi che l’empatia naturale non riesce più a leggere. Perché l’empatia, quella che conosciamo, ha un raggio corto: funziona tra simili, nel faccia a faccia, nel tempo della comunità. È preziosa, ma non basta più in un mondo popolato da attori umani e non umani, processi opachi, infrastrutture intelligenti che prendono decisioni insieme a noi.

Accade così che risolviamo problemi sbagliati, ascoltiamo chi è più vicino e ignoriamo chi ha più bisogno, affidiamo all’intuizione ciò che ormai richiede strumenti nuovi.
La complessità non è un rumore di fondo: è l’ambiente in cui viviamo. E chiede una forma diversa di attenzione.

Qui si apre lo spazio dell’empatia aumentata: un modo nuovo di leggere il mondo quando la nostra biologia non basta più.
Un modo per vedere gli attori invisibili di cui parla Latour, per abitare il più-che-umano descritto da Accoto, per riconoscere che l’AI non è un gadget ma una forza che amplia il campo del comprensibile.

Empatia aumentata significa estendere la capacità di comprendere connessioni, impatti, vite che non incrociano la nostra, segnali che non sappiamo ancora interpretare. È un lavoro culturale prima che tecnologico. Ed è il passo necessario se vogliamo progettare servizi, decisioni, organizzazioni e comunità capaci di reggere il presente e aprire il futuro.

Cos’è l’empatia aumentata? Si tratta dell’uso intenzionale dell’intelligenza artificiale per ampliare il nostro modo di comprendere gli altri: più persone. Più prospettive, più scale per trasformare questa comprensione in azioni che migliorano i sistemi in cui viviamo.

Le forme dell’empatia (le basi concettuali del libro)

  1. Empatia naturale. Risonanza biologica tra persone in presenza: profonda ma limitata al qui e ora.
  2. Empatia mediata. Empatia che viaggia attraverso media e linguaggi. Amplia la distanza, ma resta fragile.
  3. Empatia artificiale. Simulazione algoritmica della comprensione emotiva. Funzionale, mai esperienziale.
  4. Empatia sintetica. Generazione di emozioni artificiali senza origine umana. Utile solo in scenari protetti.
  5. Empatia aumentata. Uso intenzionale dell’intelligenza artificiale per ampliare la comprensione umana e trasformarla in decisioni che modificano i sistemi.

Quando ho iniziato a lavorare su Empatia aumentata, non volevo scrivere un manuale né un trattato sull’AI.
Volevo dare forma a qualcosa che mancava: un linguaggio per orientarsi dentro un mondo che non è più solo umano, ma più-che-umano, attraversato da dati, algoritmi, reti, infrastrutture che agiscono accanto a noi e con noi.

Il libro nasce da anni di lavoro sul campo: banche che perdono la relazione mentre inseguono l’efficienza, organizzazioni che non vedono gli effetti collaterali delle loro scelte, servizi pubblici progettati con buone intenzioni ma senza la sensibilità necessaria per chi resta ai margini.
E nasce dal confronto continuo con l’AI, non come oggetto tecnico ma come partner che modifica il nostro modo di percepire, decidere, comprendere.

In queste pagine l’empatia non è trattata come virtù morale, né come accessorio retorico delle aziende. È una competenza progettuale, un dispositivo cognitivo che possiamo estendere oltre i limiti della nostra biologia.
Il libro mostra i meccanismi dell’empatia naturale e dove si questa si inceppa. Spiega perché gli strumenti tradizionali di ascolto non bastano più. Come l’AI, se guidata, può ampliare la nostra capacità di vedere attori, connessioni e impatti fuori portata. Come passare dall’empatia persona-persona all’empatia con sistemi, scenari e attori non umani e, infine, come costruire decisioni e servizi che includono ciò che oggi resta invisibile

Il cuore del libro sta nel trasformare l’idea di una tecnologia usata come uno strumento per “fare di più” a un modo “sistemico” per sentire meglio ciò che finora la nostra mente non riusciva ad abbracciare. Chi teme le macchine, dovrà ricredersi scoprendo come l’empatia aumentata non sostituisce la sensibilità naturale ma la prolunga, la rende sistemica, la porta dove da soli non potremmo mai arrivare.

Per questo il libro è pensato per chi guida persone o organizzazioni, per chi progetta servizi, per chi prende decisioni pubbliche o private, per chi sente che il mondo sta cambiando troppo velocemente per essere gestito con categorie del Novecento.

Se la prima parte del libro illumina il limite, la seconda apre possibilità: nuovi modi di interpretare le situazioni, ridisegnare le relazioni, costruire politiche e prodotti che tengono conto di ciò che prima restava fuori campo.
E prepara il terreno per il metodo >AMP, che integra umano, artificiale e più-che-umano in un modello di apprendimento e decisione continuo.

Empatia aumentata non chiede di credere in qualcosa: chiede di guardare meglio.
È un invito a espandere il nostro raggio di comprensione nel momento in cui ne abbiamo più bisogno.

Empatia aumentata. Intelligenza artificiale, senso e sostenibilità nei progetti del futuro

Autore: Lorenzo Sciadini
Editore: McGraw-Hill Education
Collana: Scienze umane
Pubblicazione: 10 dicembre 2025
Pagine: 302
ISBN: 9788838624957

Descrizione. Questo libro prende posizione dentro una domanda che percorre ormai tutti i settori: come possiamo continuare a comprendere e progettare in un mondo in cui la nostra empatia naturale non riesce più a leggere ciò che conta davvero? L’intelligenza artificiale non è presentata come eroina o cattiva, ma come forza che già ridefinisce come pensiamo, decidiamo e ci organizziamo. Sciadini mostra che il vero nodo non è la tecnica, ma i limiti naturali della nostra sensibilità: l’empatia funziona da vicino, con chi ci somiglia e qui e ora, ma fatica a comprendere chi è distante nello spazio, nel tempo o nella cultura. L’autore ha sperimentato sul campo un’ipotesi operativa: usare l’AI non per sostituire l’empatia, ma per ampliarne il campo d’azione. Attraverso casi reali, dal mondo bancario alla sanità, dalle imprese alle università, il libro ricostruisce il metodo e ne mostra l’applicazione, offrendo strumenti immediatamente utilizzabili a chi guida organizzazioni, progetta servizi e forma persone. L’empatia aumentata diventa così un atto di coraggio per non accontentarsi delle proprie intuizioni.

Per chi è: Professionisti, leader, designer di servizi, policy maker e chiunque stia cercando strumenti per comprendere e governare relazioni complesse in contesti in cui attori umani e non umani interagiscono continuamente.

Dove trovarlo: disponibile su Amazon, Feltrinelli, IBS e principali librerie online.